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al testo di Quin
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GENESI 2,18
“Non è bene che l’uomo sia solo” affermò Dio immerso nel suo gioco ma l’uomo è solo, Dio può farci poco e resta a noi la fatica del volo,
stringendo bordi, sempre controvento, bianca vela nel mare solitaria, che avanza lenta usando l’acqua e l’aria, l’anima stanca e il corpo mai contento.
Ma se ogni uomo è un’isola in disparte e ogni vita una nave alla deriva, caro ad un Dio sarà colui che parte,
lontana dietro alle spalle la riva, perdendo ciò che sa, le opere, l’arte, ma caro a noi sarà chi al porto arriva. QuinMag22
(deux hendécasyllabes presque parfaits une fois traduits), sans doute les plus éloquents dans ce qui précède)] |
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